Eravamo al corrente della sofferta vicenda umana di Chico Forti già da molti anni: è una storia che non si dimentica e che ha toccato il cuore di tantissime persone. A sostegno di Chico, dal 2000 ad oggi, sono stati scritti libri, sono state indette manifestazioni, sono state composte canzoni. Intellettuali, artisti, giuristi, sacerdoti, politici — e persino il Santo Padre — si sono mobilitati, pubblicamente o per via diplomatica, affinché tale penosa disavventura si potesse concludere positivamente.
La prima volta che siamo andati a trovarlo è stato nel giorno del suo 63esimo compleanno. Siamo stati con lui alcune ore ed ascoltandone la kafkiana parabola esistenziale si è subito instaurata una profonda empatia. Ne è nata un’amicizia bella, autentica, profonda, basata sulla stima e sulla fiducia reciproca. L’ultima volta che lo abbiamo incontrato di persona è stato nuovamente in occasione del suo compleanno, il 65esimo. E lo abbiamo trovato provato, naturalmente, soprattutto preoccupato per la salute della sua anziana mamma, novantaseienne, e però sempre fiducioso. La vita. alla fine, gli ha dato ragione!
Chico è un uomo brillante, una persona positiva e per bene. È un amico, uno spirito vivace e sensibile al quale è stato sottratto il bene più ricercato, la libertà, per quasi un quarto di secolo. Ci ha colpiti il fatto che, malgrado tutto, non sia stato piegato dagli eventi, non abbia rinunciato alla vita, alla speranza, alla creatività, ed anche — per quanto gli è stato possibile — al proprio ruolo di padre premuroso. La sua biografia di atleta, di campione e imprenditore, testimonia come non si sia fermato di fronte alle sfide più complesse… La più estrema delle quali pare, finalmente, risolta!
Pur avendo ricevuto, nel corso delle ore precedenti alla firma che avrebbe garantito il rientro di Chico in Italia, due importanti campanelli d’allarme, la conferma definitiva del nullaosta al trasferimento l’abbiamo avuta pochi minuti prima dell’annuncio televisivo da parte di Giorgia Meloni. Portiamo nel cuore le lacrime di gioia di nostra figlia Virginia, quando ha inteso, davanti alla tv, tra la commozione generale, quelle parole.
Eravamo a conoscenza del fatto che la premier da tempo avesse preso a cuore la causa, profondendo molte energie affinché si arrivasse a sbloccare l’impasse ed a pervenire al tanto atteso risultato. In cuor nostro eravamo certi che sarebbe riuscita nell’impresa, eppure la notizia ci ha spiazzati ugualmente, ci ha colti di sorpresa regalandoci una gioia che non riusciamo a descrivere a parole. Dopo, avremo ricevuto oltre mille messaggi, e sono davvero tante le persone con le quali abbiamo condiviso telefonicamente l’emozione ed anche le lacrime, alla luce di questa straordinaria notizia.
Tra comunicazioni epistolari e telefoniche, con Chico ci siamo sentiti quasi quotidianamente. In cuor nostro ci eravamo affezionati all’idea di poterlo attendere di persona, all’aeroporto, al suo rientro in Italia. Purtroppo siamo dall’altro capo del mondo e la distanza ha reso impraticabile il piacere di essere tra i primi a riabbracciarlo, al suo atterraggio.
L’emozione di saperlo in Italia è fortissima… Festeggiamo una vittoria di squadra, guidata dal nostro presidente insieme alla famiglia di Chico e a tanti, tantissimi amici che non si sono mai arresi. Non appena rientrati dal tour brasiliano, ci attiveremo immediatamente per poterlo andare a trovare, in attesa che termini di scontare la sua pena. Siamo ansiosi di ritrovare, finalmente in Italia, un caro amico, un uomo integro che — vale ricordarlo — per 24 anni si è sempre dichiarato innocente e non si è mai piegato ad una ammissione di colpevolezza che pure, negli Stati Uniti, gli sarebbe valsa uno sconto di pena, grazie al quale oggi sarebbe già un uomo libero.
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2024-05-19 05:40:00 ,